Moritz - Bunker Walls


Moritz è uno degli street artist che ha partecipato a  BUNKER WALLS - Street Art inside the cave, un progetto di graffiti all’interno del rifugio antiaereo di via Fago a Bolzano.



Cos’hai pensato quando ti hanno proposto di partecipare a questo progetto all’interno del Bunker H?
Prima di Bunker Walls non sapevo nemmeno che esistesse questo luogo. È un’occasione importante che ci dà l’occasione di realizzare delle opere che possano durare nel tempo. Nell'ambito dei graffiti questo accade raramente. Di solito lavoriamo all’aperto dove le opere si distruggono velocemente. Mi piace molto l’idea di lavorare nelle gallerie di questo rifugio antiaereo: mi sembra di entrare nel profondo della Terra, metafora dell’entrare in profondità del pensiero, dello scavare in sé stessi. Entrare qui dentro ti permette di isolarti dal mondo e di rimanere solo con te stesso e le tue storie.

Secondo te cosa che ruolo può avere l’arte in un luogo come questo?
Credo che il compito del graffito sia quello di ridare vita, di rivalutare delle superfici che prima non venivano considerate. Secondo me, questo progetto dà l’opportunità di valorizzare il bunker e la sua storia attraverso un diverso linguaggio.

Come nasce l’idea della tua opera?
Sono partito dal mito greco del caos. Rappresento due elementi, uno più caotico e uno più ordinato, simmetrico e cristallino. Questi due poli secondo me possono essere visti come la base di tutto.

Che cos’è per te la Memoria?
Mi viene in mente l’immagine di un cervello. È da lì che accediamo alla nostra memoria.


Foto di Samira Mosca
Intervista di Veronica Tonidandel