Un rione di idee

Lea Luzzi arriva a Bolzano dall’Australia per frequentare il Master di Eco Social Design dell’unibz, dove si laurea nel 2019. Gli anni passati qui in Alto Adige li trascorre per la maggior parte studiando Casanova, uno dei rioni periferici di Bolzano.  

Ciao Lea, cosa ti ha portato ad appassionarti al rione Casanova?

Quando sono arrivata qua a Bolzano conoscevo pochi aspetti della città e non sapevo nulla di Casanova. 
La prima volta che ho sentito parlare del rione è stata durante una lezione all’università, alcuni membri delle Officine Vispa, che hanno sede a Casanova, sono venuti a presentarsi. Dopo quell’incontro sono nate molte progettualità ed idee
insieme a loro.   

C’è un aspetto 
che ti ha maggiormente colpito?
 
 

In Australia ho studiato scienze della sostenibilità e pianificazione urbana e di Casanova mi ha colpito subito l’architettura. Gli edifici, ideati da un architetto olandese, sono realizzati a basso impatto ambientale e il design è ispirato da ciò che circonda il rione. Trovo molto interessante che ogni blocco di appartamenti abbia un proprio cortile interno, che crea una sorta di “cuore” verde comune dove si concentrano le attività sociali. Dall’altra parte però, ho pensato subito che questa non è un’architettura tipica dell’Alto Adige e che questo quartiere potrebbe trovarsi in qualsiasi città d’Europa. Ad esempio, il rione è stato progettato per avere degli enormi spazi vuoti tra un edificio e l’altro e questo, a mio avviso, contribuisce a dare una sensazione di vuoto. Ho realizzato presto che queste infrastrutture non erano adatte agli abitanti. Casanova non aveva una forte identità: mancavano servizi, negozi e soprattutto cultura.   

Dove inizia il tuo lavoro per il rione? 

Abbiamo conosciuto un abitante del rione, Claudio Baraldi, un vero e proprio appassionato e collazionatore di ricordi di Casanova. Ci ha dato moltissime informazioni su cosa era successo lì negli ultimi 15 anni. Ci ha fornito report, piani urbanistici, addirittura le linee del teleriscaldamento, lettere che gli abitanti hanno scritto all’amministrazione pubblica, tantissimi articoli e interviste pubblicate su ogni quotidiano o rivista possibile. Ho digitalizzato tutte queste informazioni e ricordi e da lì abbiamo iniziato l’ideazione. Insieme a Pedro Faim, un compagno di studi, ho sviluppato l’idea di realizzare una pensilina dell’autobus interattiva.   

Da dove arriva questa idea? 
 

Abbiamo iniziato a progettare 
quest’idea proprio da un pensiero che Claudio ha condiviso con noi: secondo gli abitanti, uno dei maggiori problemi del rione era il trasporto urbano, insufficiente durante il giorno e assente dopo una certa ora della sera. Questo amplifica la sensazione di isolamento del quartiere dal resto della città. 
 
 

Per portare l’attenzione su questa tematica e, dal momento che mancava una pensilina dell’autobus, abbiamo ideato un intervento temporaneo pensato per essere partecipativo, creativo e divertente. L’obiettivo era quello di rispondere a diversi bisogni: era prevista ad esempio una bacheca per le informazioni, un’altalena per divertirsi e una mensola dove scambiarsi oggetti. Abbiamo fatto di tutto per realizzarlo, ma purtroppo per motivi di sicurezza non è stato possibile.
 
 

Il tuo 
percorso a Casanova però non si è fermato qui, ma hai deciso di realizzare il tuo progetto di laurea insieme agli abitanti del rione... 
 
 

Con il supporto delle Officine Vispa e alcuni cittadini, ho dato vita a Convivial, un gioco che invita a sedersi intorno ad un tavolo e discutere insieme nuove idee per il quartiere. È pensato per essere uno strumento per facilitare il dialogo e può essere utilizzato da persone di tutte le età e con differenti background culturali. In poche parole, il gioco aiuta a realizzare idee per il proprio vicinato e renderle concrete. L’obiettivo del gioco è quello di cristallizzare una proposta e darle vita. 
 
 

Con questo progetto ho voluto contribuire al miglioramento della vita sociale a Casanova, ho voluto stimolare lo sviluppo e l’ideazione di future infrastrutture e aumentare il senso di comunità tra il vicinato.  
  

Che ruolo ha la creatività nei processi di partecipazione secondo te? 
 

Penso che la creatività apra la mente delle persone. Secondo me la bellezza ha il potere di farti fermare, di bloccare il tempo e di farti pensare in modo differente.

Durante i workshop realizzati per testare il gioco hanno partecipato molti abitanti, più di quaranta. Molti erano ragazzi e bambini. Ho notato che spesso i più piccoli avevano idee molto più creative ed innovative degli adulti. Questo gioco mi ha fatto capire che tutti abbiamo bisogno di più divertimento e bellezza. 
 
 

Che cos’è per te la Memoria? 
 

Per me la Memoria è la conoscenza che custodiscono le altre persone.   

Che cos’è per te l’Anima? 
 

È vita.   

Penso che i luoghi abbiano un’Anima e che questa sia la combinazione di tutte le diverse persone che vivono in un determinato luogo. Per me l’Anima è ciò che porta le persone a sedersi tutti insieme attorno ad un tavolo, come è successo a Casanova con il gioco Convivial.