Angoli inosservati

A causa di una caduta in skateboard, Oliver Kofler è costretto al riposo e nel periodo di convalescenza incontra la fotografia. Dopo aver sviluppato il suo primo rullino, capisce che è ciò che stava cercando, che gli piace e che lo fa stare bene. D’allora la fotografia, rigorosamente e totalmente analogica, lo accompagna nella sua quotidianità.  

Oliver, durante i primi mesi dell’emergenza Coronavirus hai realizzato il progetto fotografico “hidden beauty”. Come nasce questo desiderio di documentare la realtà che stava velocemente cambiando?

OLIVER: Durante tutto il periodo di lockdown ho continuato ad andare al lavoro nella zona industriale di Bolzano. Dalla mia bicicletta osservavo come, a poco a poco, la nostra città mutava aspetto e atmosfera: in strada c’erano sempre meno persone, si iniziavano a vedere le prime mascherine… Di giorno in giorno si percepivano dei cambiamenti. Istintivamente ho iniziato a scattare con la macchina fotografica che porto sempre con me.

Perché è stato importante per te imprimere e preservare questo scenario?

OLIVER: Inizialmente ho iniziato a fotografare senza un perché, ma dopo aver sviluppato il primo rullino nella camera oscura che ho allestito nella mia cantina, mi sono reso conto che c’erano delle foto molto significative, alcune per me impressionanti. È nato così il bisogno di continuare a documentare la realtà che cambiava e di rendere pubbliche queste immagini. Non ho voluto però pubblicarle sui social media, in un momento così pieno di informazioni, mi sembrava di sprecare questi scatti.

Ti sei quindi affidato a Chiara Zardi e Chiara Zilioli che, insieme a Beatrice Cera, hanno creato Studio Ox, un atelier di narrazione visiva.

CHIARA ZARDI: Quando Oliver ci ha mostrato le sue fotografie abbiamo ragionato su come presentarle al pubblico durante la quarantena, senza necessariamente ricorrere all’uso dei social network. Abbiamo così allestito una mostra digitale su una pagina web creata ad hoc e il vernissage è diventato un evento online. Abbiamo inoltre realizzato un catalogo della mostra, che abbiamo spedito a chi desiderava sostenere il progetto.

Com’è stato lavorare per voi di Studio Ox con le foto di Oliver?

CHIARA ZILIOLI: C’è una foto di Oliver che mi è rimasta particolarmente impressa. Ritrae un edificio con la scritta “abbracciami”. Ho pensato “ma questa foto dove l’ha fatta?”. Non sembrava neanche la nostra città. Mi ha fatto pensare che a volte basta semplicemente uscire di casa per scoprire angoli ancora inosservati. Le fotografie di Oliver mi hanno fatto notare degli aspetti di Bolzano che non avevo mai considerato.

È per questo motivo che il progetto prende il titolo di “hidden beauty”?


OLIVER: Sì, significa “bellezza nascosta”. La quarantena è stata una situazione molto brutta e difficile, dove siamo stati costretti a stare da soli ed isolati. Ma ci sono stati anche molti aspetti positivi, per esempio abbiamo avuto la possibilità di riflettere, di ritrovare del tempo per noi stessi e di ritrovare un contatto con la natura. Abbiamo riscoperto piccole bellezze della vita che spesso dimentichiamo o non consideriamo. Pedalare da solo attraverso le vie vuote di Bolzano ha creato in me nuove sensazioni. Ho capito che in fondo Bolzano mi piace. Giri il mondo ma poi ti rendi conto della bellezza che hai sotto gli occhi. Si vuole sempre andar via, visitare altre città, ma anche la nostra è meravigliosa.

Secondo te in che modo la fotografia promuove e supporta questo pensiero?


OLIVER: Per me la fotografia è un modo per ricordare ciò che è successo. La mia memoria non è molto buona e le fotografie mi aiutano a ricordare cosa è accaduto nella mia vita. Alcuni scatti che ho realizzato durante il lockdown sono molto preziosi per me e non li ho inseriti nella mostra, li conservo per me stesso, come il portrait di mio padre. È a lui che dedico questo progetto.


Per ricordare abbiamo bisogno di attivare la memoria. Secondo te la fotografia può essere un supporto per recuperare il nostro passato?


OLIVER: Penso che la fotografia dia la possibilità di conservare il tempo e che soprattutto inviti alla riflessione intorno a determinate situazioni del passato. Nella storia sono successe così tante cose, non sempre belle, ma non è facile ricordarle. Senza la memoria di certi eventi continueremo ad andare nella stessa direzione. È una cosa molto stupida! Possiamo imparare come affrontare i problemi da situazioni che sono già successe in passato, possiamo reagire in maniera più tempestiva ed intelligente. Per me è molto importante promuovere e stimolare questo pensiero. Non dobbiamo dimenticarci cosa è stata questa quarantena e questa pandemia.

Che cos’è la Memoria?


OLIVER: Per me l’aspetto più importante della Memoria è ricordare avvenimenti del passato ed imparare per il futuro. La Memoria cambia la tua vita e tutto ciò che ti circonda. La Memoria serve ad imparare.

CHIARA ZARDI: È ciò che raccontiamo per costruire un’identità personale e di gruppo. La raccontiamo a noi e la raccontiamo agli altri.

CHIARA ZILILOLI: La Memoria è ciò che siamo. È la nostra identità. Penso che non abbia niente a che vedere con l’essere nostalgici del passato, ma una persona senza passato non ha identità.  

Che cos’è l’Anima?

CHIARA ZILIOLI: È un concetto difficile da esprimere e da comprendere. Nella storia della filosofia molti filosofi si sono arrovellati su questo tema. Per me l’Anima è sicuramente una cosa molto personale, è un qualcosa che appartiene solo a te stesso. In modo istintivo la si può percepire.

CHIARA ZARDI: Secondo me l’Anima è la voglia di vivere. È l’energia che ti porta a fare ciò in cui credi.

OLIVER: Per me è una cosa astratta. L’Anima siamo noi. E noi facciamo delle esperienze che ci aiutano ad imparare e a conoscere noi stessi. Tutto ciò che facciamo nella nostra vita è un modo per far crescere la nostra Anima. Spero che le nostre Anime continuino ad esistere anche dopo di noi. Penso che attraverso l’arte questo sia possibile.