Riflessi

Federica Moscon sogna le leggende delle Dolomiti e Chiara Ruscelli, appassionata di archeologia, ha lo sguardo sempre rivolto alle opere architettoniche.
Si presentano così due delle studentesse del Liceo Artistico G. Pascoli che hanno partecipato al concorso “Arte in vetrina” indetto dal Comune di Bolzano. Partendo dalle loro più grandi passioni, ci hanno raccontato la loro esperienza nel progetto svelandoci i segreti celati dietro le loro opere, esposte oggi nelle vetrine dei negozi sfitti di Bolzano.

Federica, Chiara, le vostre opere sono state selezionate per essere appese nelle vetrine dei negozi sfitti di Bolzano. Che cosa significa per voi?

Federica:
Il percorso che ci ha portato alla realizzazione del progetto mi ha appassionata molto e quando ho scoperto che la mia opera era tra le vincitrici sono rimasta incredula. Quando ho visto per la prima volta la vetrina con la mia opera ho provato una forte emozione: ne ero entusiasta. Sono contenta di aver avuto la possibilità di mostrare il mio lavoro.
  
Chiara: Non mi aspettavo che le copie delle opere selezionate sarebbero state riprodotte in formati  grandi come intere vetrate di negozi, sono rimasta davvero affascinata dal risultato di questo progetto perché è stata una bella sorpresa. Sono felice di aver contribuito a rendere più belle e colorate le vetrine grigie e vuote della nostra città.

Una delle linee guida del concorso era di includere il tema dell’Alto Adige nelle opere. In che modo avete deciso di rappresentarlo?

Federica:
Io sono molto appassionata di leggende e di racconti, in particolare quelli delle Dolomiti. Nella mia opera ho voluto rappresentare una delle leggende più conosciute a Bolzano, quella di Re Laurino. Secondo la leggenda, il Re possedeva un bellissimo giardino di rose sul Catinaccio, in tedesco Rosengarten. Un giorno, il Re dell'Adige decise di dare in sposa sua figlia Similde e per l’occasione invitò tutti i nobili del luogo ad una gita di primavera. Tutti tranne Re Laurino. Per vendicarsi, Re Laurino rapii la principessa e la nascose nel suo giardino di rose. È la figura della principessa Similde che ho deciso di rappresentare nel mio quadro. Benché in prigionia, gode della bellezza del paesaggio.
 

Chiara: Io, invece, ho inserito nel mio quadro tutte le opere architettoniche che mi piacciono di Bolzano. Ci sono il Duomo, Piazza Walther, il Municipio, il Tribunale e il Monumento alla Vittoria. Ho scelto anche il Rosengarten perché ci tenevo a sottolineare che Bolzano non è solamente una città di edifici, ma la natura è molto presente. Le linee che uniscono i vari soggetti simboleggiano le ciclabili, aspetto di Bolzano che apprezzo molto. Infine, ho voluto inserire nello sfondo dei cubi dall’aspetto contemporaneo per unire tutte le figure.

Nelle vostre opere avete trasmesso molto di voi e delle vostre passioni…

Federica:
Sì, moltissimo. Io ho deciso di utilizzare la tecnica delle matite, uno stile che mi piace molto e che mi rappresenta. Mi sono ispirata ai personaggi di Tim Burton: si tratta di figure molto esili con colli lunghi, il viso rotondo e gli occhi grandissimi. Li trovo davvero interessanti e mi suscitano curiosità. Forse perché fisicamente mi assomigliano un po’.


Chiara: È vero. Amo l’architettura e nell’opera questo tema è molto evidente. Inoltre ho cercato di rappresentare la mia visione di Bolzano. Dal mio punto di vista, questa città è caratterizzata da una dualità: si tratta infatti di un luogo con una forte accezione storica e tradizionale, in dialogo però con una componente moderna e innovativa. Personalmente dò molto valore alla storia e per questo motivo in questa occasione ho deciso di lasciare in primo piano gli edifici e i monumenti storici della città. 

Secondo voi, in che modo l’arte contribuisce a valorizzare i negozi abbandonati?

Chiara:
Dal mio punto di vista lo può fare in diversi modi. Per esempio, può dimostrare che la vita di un negozio, vuoto e sfitto, non è conclusa. L’arte ci aiuta a capire che quella vetrina ha le potenzialità per essere utilizzata in modo nuovo, per essere reinventata. 


Federica: Io credo che l’arte in vetrina possa essere un modo per frenare i ritmi frenetici di questi tempi. È bello pensare che qualcuno passeggiando per le strade della città si imbatte in un nostro disegno e banalmente si ferma, anche solo per un secondo, ad ammirarlo. Magari anche con una riflessione intima che ne può scaturire.

Che cos’è per voi la Memoria?

Chiara:
La Memoria è la coesistenza di due modi di vedere: quello tradizionale e quello moderno. Credo sia importante collegare lo sviluppo e l’innovazione, con le nostre origini, da dove siamo partiti. L’arte può contribuire visivamente a non dimenticare. 


Federica: Per me è molto importante ricordare le leggende medioevali e le storie fantastiche del nostro territorio. Spesso ci aiutano a capire come nascono le nostre tradizioni e danno motivazioni fiabesche ai fenomeni naturali tipici dei nostri luoghi. Mantenere vivi questi racconti ci aiuta a ricordare che proveniamo da una cultura molto antica e dimenticarsene significherebbe lasciare alle spalle le nostre origini. Non possiamo sapere veramente chi siamo se non conosciamo le storie dei nostri antenati e sono convinta che l’arte ci aiuti a riflettere su questo tema.

Che cos’è per voi l’Anima?

Chiara:
È la combinazione delle passioni, delle emozioni e dei sentimenti di ognuno di noi. È la nostra essenza.

Federica: L’Anima è la cosa più preziosa che abbiamo. L’arte è la dimostrazione del fatto che  l’Anima esiste e di quanto sia grande.